Piatto d’arrendo fantasia Arabesco

Diametro 28cm.; prezzo: 35,00€; con spedizione: 45,00€.

Il piatto è modellato sulla forma di un tipico piatto da tavola con il bordo esterno rialzato – infatti nulla vieta in suo impiego in questo senso.


Tra le numerose versioni e varianti dello stile Arabesco in questa occasione ho scelto di eseguire la sua fantasia di fiori e foglie, che sposta lo stile verso una sensibilità più moderna, con un movimento che parte dal centro e si allarga a spirale verso l’esterno, seppure mascherato dal colore dominante del blu, o meglio dell’azzurro, perché infatti in questo caso come colore primario ho scelto uno smalto dalla tonalità meno profonda ma più brillante del solito.

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Vaso a tromba con Cartoccio

Prezzo 120,00€; con spedizione 140,00€

Si tratta di vaso dall’aspetto estremamente particolare ed elaborato, oggi difficile da ritrovare disponibile per la decorazione, la quale, nell’esemplare proposto è altrettanto rara e appartenente al XV secolo italiano: il Cartoccio.

L’oggetto è in terra bianca, la sua produzione proviene dalla tecnica del colaggio negli stampi e possiede molteplici dettagli che altri vasi non presentano. Su tutti c’è la svasatura a petali che si alza da un corpo centrale a botte e assume la caratteristica forma del terminale di una tromba. Sono aggiunti dei manici decorativi (tuttavia solidi fusi in un pezzo unico con il resto) mentre la parte basale scende a stringersi conica prima di poggiare solidamente sopra un piedistallo largo quasi quanto la bocca superiore.

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Il “Cartoccio” (stilizzazione delle foglie che si accartocciano su se stesse) è un antico decoro della maiolica italiana diffuso tra le tradizioni umbre, toscane e romagnole. Data la forma dell’oggetto ho scomposto il disegno creando un lavoro di filanti che salgono in alto seguendo il lavoro sulla terracotta in modo simmetrico sui due lati che ho così ricavato. La disposizione dei colori è quella classica e canonica dello stile così come comandato dal modello tradizionale.
Il vaso ha un’altezza di 32cm. e una larghezza massima di 20cm.

Brocca Gallo Ricco Deruta

Prezzo 70,00€; con spedizione: 85,00€

Un grande classico in grande formato: chiunque in Italia ha avuto modo di vedere o anche di annoverare tra i suoi cimeli di famiglia una brocca con la forma di gallo (che può essere decorata in ogni modo e con qualsiasi colore).


Questa riporta il classico Ricco Deruta che come una fascia leggermente arcuata percorre la porzione in basso che è liscia e bombata, mentre quella superiore è colorata seguendo i rilievi che danno alla brocca il suo aspetto caratteristico.

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L’oggetto è stato realizzato in terra bianca e per il suo genere ha dimensioni considerevoli, con un’altezza di 25 centimetri e una base ovale la cui massima ampiezza ellittica è di 14 centimetri.

Porta aglio Ricco Deruta

Prezzo 30,00€; con spedizione 40,00€

Un porta aglio è uno speciale contenitore, utilizzabile anche per cipolle, peperoncini e altri vegetali del genere, che ha larghi fori la cui funzione è mantenere arieggiato il contenuto e prevenire che marcisca.


Su questo ho praticamente spezzato in due il decoro – per variare ogni tanto – del Ricco Deruta, facendolo iniziare proprio dove ci sono i quattro fori. Il resto della decorazione è completamente classica e canonica, esente da qualsiasi tipo di difetto o imprecisione.

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Barattolo per il semolino (retrò)

Prezzo: 790,00€; con spedizione: 80,00€

Sono riuscito a ritrovare questo oggetto che senz’altro non ha bisogno di molte prove e spiegazioni per dimostrare la sua età: il semolino non più un alimento molto popolare nelle nostre case, visto che anche i più sofisticati preferiscono andare su cibi esotici o ultra-bio.


Tuttavia l’oggetto ha le sue peculiarità affascinanti, nonostante il taglio decisamente popolare. Partiamo dal suo difetto irrimediabile: è storto. Si nota all’altezza del coperchio per come poggia inclinato, ma nella maiolica effetti di questo genere sono più comuni di quanto si creda (quando l’oggetto di argilla viene messo in fornace e portato a temperature altissime, alcune deformazioni sono inevitabili). Il coperchio però ha una forma molto singolare, sembra piuttosto un tappo con il picciolo piuttosto che un normale coperchio in forza dello spessore del bordo e del dente interno d’incasso più lungo del normale.
Questi non sono dettagli di poco conto, perché manifestano uno studio di un vero design funzionale: un coperchio siffatto offre una migliore prensilità alla mano umana aumentando notevolmente l’ergonomia e la comodità d’uso.

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Lo stesso discorso va fatto per il corpo del barattolo stesso, a doppia ansa, o meglio con la sezione centrale più stretta, in modo che anch’essa possa dare un punto di presa. Ancora oggi barattoli con questa forma sono prodotti, ma sono fatti differentemente: non hanno la curva morbida frutto di una foggiatura sul tornio né, tanto meno, hanno la base più piccola dello svaso superiore e neanche il piede viene ormai solitamente lavorato con una forma a piedistallo – nei barattoli attuali di solito la base ha una circonferenza di poco superiore a quella della parete e il fondo è un poco incavato verso l’interno.
Sulla forma c’è ancora da aggiungere: le due anse difformi per grandezza sono anche’esse studiate allo scopo di essere funzionali; i barattoli come questi erano destinati a contenere semi, grani, polveri ecc., e un oggetto così fatto può essere inclinato per poter versare il contenuto o raccoglierlo con le dita senza che ci siano inconvenienti come lo scivolamento fuori del contenuto e il suo sparpagliarsi in giro.
Barattoli come questo erano oggetti che s creavano una volta per assolvere alle esigenze domestiche che oggi sono state assunte dagli utensili frutto di design e lavorazione industriale (anche in materiali diversi dalla ceramica), ma questa seconda generazione è direttamente dipendente dal passato. Così si vede, l’oggetto possiede una smaltatura rosea di fondo: come si usa oggi per estetizzare gli oggetti di uso domestico, si faceva lo stesso anche un tempo, e per quanto la decorazione (pur tuttavia a mano) sia semplice, rappresenta ovviamente un gusto che per quel tempo era adeguato a suppellettili dall’uso pratico.

Vassoio romboidale Raffaellesco (vintage)

Prezzo: 300,00€; con spedizione: 320,00€

Questo vassoio rappresenta un’occasione imperdibile per i collezionisti: è un pezzo delle ceramiche di Deruta realizzato tra la metà del secolo scorso o al limite intorno agli anni ’70, primi anni ’80. Oggi riuscire a replicarlo sarebbe una sfida quasi impossibile.


La sua forma romboidale è quasi un unicum del suo genere, in particolare per tutti gli altri dettagli che vanno a completarla: possiede un fondo incavato perfettamente proporzionato all’esterno con la depressione di un centimetro, il suo bordo esterno è una merlatura a doppio rilievo interrotta da quattro mezzi pomi all’esterno che entrano nel bordo interno con ventagli da capitello. Ognuno di questi dettagli ha sia un effetto ottico che tattile: toccando l’oggetto si sente ciascun componente e le sue lavorazione e rifinitura.

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La smaltatura del pezzo è stannifera, con una percentuale lieve di stango che ammorbidisce perfettamente l’effetto del bianco di fondo – questo genere di smaltatura oggi risulta incredibilmente costosa.
La decorazione dello stile Raffaellesco nel rombo centrale è impeccabile nell’armonia che possiede e nel suo equilibrio. Appare così aggraziata a causa dei vecchi smalti che si usavano un tempo, in particolare sono le tracce del verde ramina, brillante e delicato e del rosso mattone, a dare questo aspetto a un tocco di valore aggiunto.

Piatto merlato decoro Gubbio

Diametro 25,00cm; prezzo 50,00€; con spedizione 60,00€

Lo stile decorativo Gubbio (o Eugubino) è stata una recente aggiunta alla mia produzione, nata dallo studio diretto di alcuni reperti di maiolica realizzata a Deruta nel secolo scorso. Attualmente è davvero molto raro trovare dei pezzi che riportano questo decoro, sia contemporanei che datati, il quale per ricchezza di colori e vivacità di toni sembra porsi nella corrente del gusto Liberty in voga a cavallo tra i secoli XIX e XX.


Si tratta di un decoro molto complesso da realizzare quanto da studiare poiché possiede un numero consistente di dettagli caratterizzanti e una larga possibilità di variazioni, Come si può osservare in foto o nel video, possiede due macro-elementi fondamentali: varie infiorescenze stilizzate dai più diversi colori sfumati e sovrapposti. Il secondo è il fogliame che segue l’intelaiatura del disegno andando a colmare lo spazio per creare un effetto di contrasto cromatico tra i colori vivaci e sgargianti dei fiori e i verdi delle foglie. Queste ultime hanno due caratteristiche: vanno raggruppati in grappoli di tre unità e devono essere colorate con due tipi diversi di verde (in rapporto 2 a 1). In questo caso ho usato il verde pavone come maggioritario e il verde ramina per secondo, mentre la forma delle foglie che ho scelto è tondeggiante così come appare in uno dei reperti che ho preso a modello.

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Proprio questa caratteristica delle foglie tonde lascia pensare che la maniera in cui si dipinge il Gubbio abbia subito in qualche modo l’influenza dello stile Arabesco, nel quale le foglie tonde sono essenziali per l’aspetto finale della decorazione e, in ultimo, gran parte dell’atto pratico della pittura comporta l’adozione delle stesse tecnica e manualità in entrambi gli stili, salvo il fatto che per l’Eugubino è tassativo delineare i contorni di tutti i singoli elementi (su questo piatto ho usato un marrone/bruno), mentre nella maggior parte dei casi l’Arabesco non vede gli elementi delineati o marcati con una contornatura netta.

Piatto Raffaellesco 30cm

Prezzo: 120,00€, con spedizione: 135,00€

Il Raffaellesco, principe delle decorazioni della tradizione derutese, è uno stile “severo”: significa che le sue regole di pittura sono accuratamente definite in ogni minuto dettaglio ed è errato e sconsigliato non applicarle o variarle.


Questo non impedisce che esistano versioni varianti dal modello principale. Nel piatto c’è una versione del Raffaellesco, originale di Deruta, estremamente singolare e raffinato che meriterebbe un approfondimento migliore di quanto posso fare in questo momento.


Quello che viene proposto sono due figure di volatili speculari (perché gli sguardi non si incontrano ma vanno verso l’esterno), separati al centro da un risalita di ornamenti a foglia d’acanto che nasce dall’incrocio delle code dei due sulla porzione bassa del decoro.

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I volatili sono delle grottesche, non un rifacimento pseudo-naturalistico di una specie, perché questa è praticamente impossibile da determinare persino cercando di identificare la codificazione stilistica delle forme adottate, le quali appaiono caotiche e contraddittorie.
Il collo lungo e ansato ricorda quello di un pavone o di un cigno, ma la coda non è certamente quella del primo né il becco è sufficientemente esaltato da suggerire il secondo. Delle figure sono dipinte anche le zampe (terminanti in blu) che non hanno certo la postura di due animali solitamente riprodotti con sontuosità ed eleganza.
Piuttosto è la decorazione centrale a suggerire altro, per esempio che l’origine del disegno possa provenire da una pittura murale, un affresco o anche altra tecnica figurativa come il mosaico o persino la scultura, che qualche maestro ceramista del recente passato di Deruta prese a modello per la costruzione di una nuova immagine del Raffaellesco. Oppure il pittore lo creò montando e disponendo gli elementi che erano parte delle sue conoscenze assodate.


Il settore della maiolica tradizionale è fondato una serie di modelli e di conoscenze diffuse tra tutti gli artisti di un luogo, quindi è naturale trovare il caso in cui questo genere di Raffaellesco sia dipinto da più di una bottega. Io l’ho visto esattamente identico in un altro piatto, ritratto in una foto quando veniva consegnato come dono per una particolare celebrazione locale. Quindi chi volesse questo pezzo si metterebbe in casa un prodotto di punta della maiolica umbra.

Portatovaglioli Zaffera orvietana

€ 15,00, con spedizione € 25,00.

Dipingo due tipi di decoro Zaffera. Uno è la Zaffera arcaica, risalente addirittura al XIV se non al XIII secolo; l’altro (che vi viene mostrato) la chiamo Zaffera orvietana, anche se nella zona dell’Umbria lo chiamano solo stile Orvietano (l’origine del nome non mi è nota)

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Quest’ultimo stile è quello dal sapore più popolaresco di tutta la tradizione derutese e umbra; il soggetto caratterizzante sarebbe la figura di un gallo (qui assente), ma lo stile possiede anche un genere di ornamentazione accessoria sotto forma di fogliami, che comparata alla Zaffera arcaica appare assolutamente identica, salvo che la Zaffera arcaica va dipinta esclusivamente in blu e in bruno, mentre l’Orvietano può variare nel colore dominante e, sempre la Zaffera arcaica va gestita cercando un’elaborazione elementare della pittura mentre nella versione successiva si può sfruttare al meglio il proprio estro manuale.

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Posacenere classico in stile Arabesco

Diametro 13cm., prezzo 20,00€, con sedizione 30,00€.


Segue direttamente il posacenere in stile Ricco Deruta dell’articolo precedente, completamente identico per forma e dimensione ma in stile Arabesco.
L’oggetto risulta tecnicamente perfetto e anzi con una resa ancora migliore grazie alla lievissima opacizzazione dello smalto bianco di fondo che riesce a far accostare questo portacenere, per aspetto, alla produzione delle ceramiche di Deruta del secolo scorso (approfondisco nel video la cosa).

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Il risultato è stato ottenuto attraverso la quantità di blu utilizzato. Infatti se andate a confrontare il decoro di questo posacenere con le foto di altri miei prodotti nel blog, si può notare come la decorazione sia molto più fitta e siano state omesse le stilizzazioni dei fiori (che altrove appaiono come delle rotelline con dei puntini di diversi colori a gruppi di tre), che qui avrebbero preso spazio e cambiato l’effetto finale – a dirla tutta avrebbero preso troppo spazio.
L’effetto finale è stato garantito dall’apposizione della vetrina in fase di pre-cottura in una soluzione acquosa molto densa, che ha reagito bene con gli smalti durante la fusione.

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