Piatto Ricco Deruta con inserto Pavona

Diametro: 28,00cm; prezzo: 60,00€; con spedizione 70,00€

Il singolo elemento della penna di pavone, o per la precisione dell’occhio della penna in sé, sembra essere stato uno dei primi ornamenti adottati dalla maiolica italiana a partire dal XV secolo (probabilmente su ripresa di esempi più antichi).


Le sue forme di espressione, adattamenti e combinazioni con altri stili sono numerose, in particolare quando i cromatismi di due diversi stili combaciano, e ancora meglio quando i disegni si corrispondono in forme ansate o a goccia che sono quelle tipiche della soluzione decorativa della Penna.

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Prendendo lo stile del Ricco Deruta in uno dei suoi disegni in cui le volute dei fogliami non si allargano molto, e invece di andare a circoscrivere internamente il bordo dell’oggetto vanno a richiudersi in modo più significativo, si creano degli spazi interni che possono essere sfruttati come alloggiamenti per inserti a Penna; in questo caso mi sono limitato a solo uno.

Vaso a bottiglia Ricco Deruta

Prezzo: 25,00€; con spedizione: 35,00€

Un vaso dell’altezza di 15 centimetri e una forma semplice, anche se non così comune poiché prodotto di un laboratorio artigianale. La sua forma è quella di una bottiglia in maniera inequivocabile, sebbene, perché è un vaso, la spalla (il punto dove si restringe) è solida netta nella curva, così che il collo possa restare proporzionatamente ampio, con una larghezza di circa cinque centimetri all’apice.


Questa forma mi ha consentito di lavorare la superficie in due livelli che si propongono naturalmente separati secondo una delle soluzioni che lo stile Ricco Deruta offre. La superficie del corpo è abbastanza ampia per comprendere un singolo decoro unitario nei suoi tre elementi fondamentali: mazzo centrale, boccio e girale finale in entrambe le direzioni di rotazione. Il collo superiore invece ha dato modo di poter porre sulla parte frontale del vaso un boccio da cui ho fatto partire un fogliame verso destra e ho colmato infine lo spazio residuo con foglioline e tulipani.

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La struttura dell’oggetto, come ultimo tocco, ha reso possibile separare nettamente le due sezioni con una filettatura interna identica a quelle della base e del bordo superiore – sebbene le filettature si fanno prima di dipingere il corpo principale del decoro.

Piatto merlato decoro Gubbio

Diametro 25,00cm; prezzo 50,00€; con spedizione 60,00€

Lo stile decorativo Gubbio (o Eugubino) è stata una recente aggiunta alla mia produzione, nata dallo studio diretto di alcuni reperti di maiolica realizzata a Deruta nel secolo scorso. Attualmente è davvero molto raro trovare dei pezzi che riportano questo decoro, sia contemporanei che datati, il quale per ricchezza di colori e vivacità di toni sembra porsi nella corrente del gusto Liberty in voga a cavallo tra i secoli XIX e XX.


Si tratta di un decoro molto complesso da realizzare quanto da studiare poiché possiede un numero consistente di dettagli caratterizzanti e una larga possibilità di variazioni, Come si può osservare in foto o nel video, possiede due macro-elementi fondamentali: varie infiorescenze stilizzate dai più diversi colori sfumati e sovrapposti. Il secondo è il fogliame che segue l’intelaiatura del disegno andando a colmare lo spazio per creare un effetto di contrasto cromatico tra i colori vivaci e sgargianti dei fiori e i verdi delle foglie. Queste ultime hanno due caratteristiche: vanno raggruppati in grappoli di tre unità e devono essere colorate con due tipi diversi di verde (in rapporto 2 a 1). In questo caso ho usato il verde pavone come maggioritario e il verde ramina per secondo, mentre la forma delle foglie che ho scelto è tondeggiante così come appare in uno dei reperti che ho preso a modello.

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Proprio questa caratteristica delle foglie tonde lascia pensare che la maniera in cui si dipinge il Gubbio abbia subito in qualche modo l’influenza dello stile Arabesco, nel quale le foglie tonde sono essenziali per l’aspetto finale della decorazione e, in ultimo, gran parte dell’atto pratico della pittura comporta l’adozione delle stesse tecnica e manualità in entrambi gli stili, salvo il fatto che per l’Eugubino è tassativo delineare i contorni di tutti i singoli elementi (su questo piatto ho usato un marrone/bruno), mentre nella maggior parte dei casi l’Arabesco non vede gli elementi delineati o marcati con una contornatura netta.

Piatto Raffaellesco 30cm

Prezzo: 120,00€, con spedizione: 135,00€

Il Raffaellesco, principe delle decorazioni della tradizione derutese, è uno stile “severo”: significa che le sue regole di pittura sono accuratamente definite in ogni minuto dettaglio ed è errato e sconsigliato non applicarle o variarle.


Questo non impedisce che esistano versioni varianti dal modello principale. Nel piatto c’è una versione del Raffaellesco, originale di Deruta, estremamente singolare e raffinato che meriterebbe un approfondimento migliore di quanto posso fare in questo momento.


Quello che viene proposto sono due figure di volatili speculari (perché gli sguardi non si incontrano ma vanno verso l’esterno), separati al centro da un risalita di ornamenti a foglia d’acanto che nasce dall’incrocio delle code dei due sulla porzione bassa del decoro.

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I volatili sono delle grottesche, non un rifacimento pseudo-naturalistico di una specie, perché questa è praticamente impossibile da determinare persino cercando di identificare la codificazione stilistica delle forme adottate, le quali appaiono caotiche e contraddittorie.
Il collo lungo e ansato ricorda quello di un pavone o di un cigno, ma la coda non è certamente quella del primo né il becco è sufficientemente esaltato da suggerire il secondo. Delle figure sono dipinte anche le zampe (terminanti in blu) che non hanno certo la postura di due animali solitamente riprodotti con sontuosità ed eleganza.
Piuttosto è la decorazione centrale a suggerire altro, per esempio che l’origine del disegno possa provenire da una pittura murale, un affresco o anche altra tecnica figurativa come il mosaico o persino la scultura, che qualche maestro ceramista del recente passato di Deruta prese a modello per la costruzione di una nuova immagine del Raffaellesco. Oppure il pittore lo creò montando e disponendo gli elementi che erano parte delle sue conoscenze assodate.


Il settore della maiolica tradizionale è fondato una serie di modelli e di conoscenze diffuse tra tutti gli artisti di un luogo, quindi è naturale trovare il caso in cui questo genere di Raffaellesco sia dipinto da più di una bottega. Io l’ho visto esattamente identico in un altro piatto, ritratto in una foto quando veniva consegnato come dono per una particolare celebrazione locale. Quindi chi volesse questo pezzo si metterebbe in casa un prodotto di punta della maiolica umbra.

Piatto 30cm con Ricco Deruta

Prezzo: € 75,00; prezzo con spedizione: € 90,00.

Questo è un esemplare di una partita di piatti a disco modellati con un bordo sottile lievemente rialzato; alcuni di essi li ho lavorati come dei piatti per la pizza, ma la loro superficie è ottima per trasformarli in piatti d’arredo dall’aspetto fuori del comune.
Il Ricco Deruta è uno degli stili più famosi di tutta la tradizione umbra. È stato elaborato dalle decorazioni generiche usate nel Rinascimento (e anche prima) con le basi sulla foglia d’acanto stilizzata, e ha acquisito con il tempo delle sue specificità.


In questo articolo mi concentro sulla forma: il Ricco Deruta rappresenta un mazzo di foglie d’acanto dal quale emergono dei fiori di altre specie. L’elemento determinante è l’anello, quasi sempre giallo e arancio, lega tutti i fogliami stringendoli al centro della decorazione e suddivide lo spazio in una porzione superiore e una inferiore. Questo anello può essere dipinto anche in modo più dettagliato e realistico dell’esempio, anche con un tocco di tridimensionalità, in base al disegno che si sceglie,

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Una volta definite le porzioni e i settori del disegno, la parte superiore del decoro è effettivamente configurata come un bouquet: i fogliami salgono allargandosi verso l’esterno come un cespo e al centro esce un fiore (o più di uno) che solitamente è la stilizzazione di un giglio – seppure i colori adottati dal modello classico non lo ricordano. Questo schema è rispettato anche in questo piatto in vendita, nonostante sia molto arricchito nel numero delle foglie che si alzano in ordini di crescente grandezza che culminano con tre fiori in sostituzione delle palline che caratterizzano il giglio. È fondamentale notare che la porzione superiore dello stile è quasi sempre di proporzioni più piccole della porzione inferiore.
Quest’ultima si allarga verso gli esterni in due bracci in modo molto più ampio, tenendo a occupare tutto lo spazio disponibile e a incurvarsi verso l’interno per risalire, fino anche a chiudere simmetricamente il disegno nell’occupazione completa dello spazio.


Su questo piatto la soluzione è stata quella di creare una corona a due bracci che corre intorno al bordo esterno.

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