Lato: 15 cm.; prezzo: 20.00€, con spedizione 30.00€
La decorazione di questa mattonella presenta la versione dell’Arabesco mosso dall’aggiunta di colori secondari al blu dominante – anche il nero che traccia gli uccellini e segna le connessioni tra gli elementi oltre a riempire con i riccetti gli ultimi spazi vuoti va considerato come secondario.
Gli uccellini vanno segnalati: ho adottato due figure più plastiche del solito, con entrambe le ali spiegate e il capo rivolto verso l’alto come se fossero in volo o pronti a spiccarlo da un ramo.
I due riempiono lo spazio incidendo in modo determinante sul disegno complessivo: se osservato con una certo grado d’attenzione, si nota perfettamente che all’interno della mattonella quadrata c’è un triangolo pressoché equilatero con il vertice proprio sopra le teste delle due figure e gli spazi ai lati del vertice superiore sono una volta ancora suddivisi triangolarmente, come faccio notare nel video.
In questo caso la mattonella rappresenta una dimostrazione di come alcuni principi della geometria vengono applicati anche in quegli stili che a prima vista appaiono quasi del tutto informi nei rispetti di tali principi.
Cm.15, prezzo: 20.00€, 30.00€ con spedizione. Nel corso degli anni ho realizzato molti pezzi in stile Compendiario e su questo sito ne ho descritto più volte le caratteristiche, la storia e le regole formali. Dopo aver ben compreso il metodo e il concetto essenziale dello stile, ho iniziato a eseguirlo selezionando un oggetto e un disegno sulla carta da spolvero adeguato al primo.
Dopo aver effettuato lo spolvero, do inizio alla decorazione seguendo la traccia della grafite come fosse un indizio molto vago per dei tratti di pennello da contorno che ruotano in qualsiasi senso, facendo curve o altro, ma escludo ogni tratto che “chiude” il disegno, cioè di verso contrario a quello che l’ha appena preceduto.
Così il Compendiario, che può appare come un intreccio, un labirinto o un rovo, avrà l’aspetto di un decoro “aperto”, che sfuma idealmente verso l’infinito.
Il disegno di base può essere uno qualsiasi, e forse qualcuno guardando la mattonella, potrebbe vedere qualcosa nascosto tra le volute arricciate, ma ogni volta che applico questo metodo, che dovrebbe essere abbastanza personale, non otterrò mai dei pezzi che ripetono stancamente lo stesso motivo. Per la mattonella al posto del classico blu ho usato un azzurro molto intenso e i più canonici giallo e arancio per dei piccoli punti di colore atti a spezzare i percorsi del blu… dell’azzurro!
Special price: 15.00€, con spedizione: 25,00€ il mio è un gesto anticonformista: metto in vendita un lavoro che non ha raggiunto il livello adeguato, ma per me ha un senso profondo: è la dimostrazione reale di cosa significa applicarsi alla conoscenza e all’esecuzione degli stili tradizionali della maiolica.
La Rosa è un pregevole motivo della tradizione di Deruta del secolo scorso che conosce diverse soluzioni, che dipendono dal grado di precisione e dettaglio: si va da una decorazione basata su colori tenui e sfumati come fondo del disegno, perché poi sia rifinito da tratti sottili di pennello dai colori scuri, fino a una costruzione molto accurata e minuziosa.
La Rosa può essere dipinta solitaria, con soltanto dei fogliami a farle da corteo, oppure messa in posizione privilegiata in un bouquet di fiori diversi; fatto sta che resta sempre la rosa l’elemento determinante, ed essa va creata sempre con una chiara rotondità, bombata, chiusa in un boccio o più aperta come il fiore maturo; comunque sia, deve presentare chiaramente la sovrapposizione dei tanti petali caratteristici che ruotano intorno all’esse centrare.
Inoltre vanno sempre posti alla base altri petali o delle foglie con una grande apertura, così come è osservabile in natura. Un esito felice di tutto questo si ottiene con un attento lavoro di sfumature di rosso, in alternativa con la sovrapposizione dei rosa e dei rossi ultimanti dalla rifinitura che delinea definitivamente l’oggetto ornamentale: è quello in cui non sono riuscito alla perfezione sulla mattonella mostrata quando, davvero ironico!, tutta la restante ornamentazione ha avuto un più che degno risultato,
Prezzo: 20,00€, con spedizione 30,00€ Intorno alla metà del XV secolo in Italia e in Europa le conoscenze dei “vasai” furono sviluppate a sufficienza per ottenere uno dei primi salti di qualità nella storia della maiolica sul continente: si riuscì a superare lo stato di pura imitazione dei prodotti realizzati nei paesi di religione islamica (tra cui la Spagna del tempo).
Vi fu un sostanziale e sensibile miglioramento nella qualità della pittura (ma accadde anche in Oriente) e lo sviluppo di forme stilistiche e di soggetti basati sulla cultura e nell’arte più propriamente europee, così come avvenne durante il XIII secolo nella grande pittura, quando andò distaccandosi dagli influssi greco-bizantini.
Tra gli stili che apparvero, quello della Pavona è ancora oggi uno dei più meritori di citazione e di riproposizione.
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Nonostante l’animale stesso abbia avuto origine nei territori dell’Asia (per la precisione in India), lo stile della Pavona che venne formalizzato in Italia ha caratteristiche esclusive che altrove non si sono ritrovate. L’elemento fondamentale di partenza, la piuma della coda o l’«occhio della penna del pavone», già estremamente denso di simbologie attribuite a essa nelle epoche antiche, acquisisce una forma precisa e diviene assolutamente fluida alla percezione: può passare dall’essere piuma a fogliame a figura geometrica, elegante e sinuosa, dotata di simmetria interna, naturalmente predisposta per creare costruzioni d’insieme accostando i singoli elementi o incastrandoli. Con una scelta di colori adeguatamente combinati, di solito con il blu o il giallo in posizione dominante, si possono creare giochi illusori oppure delle lavorazioni sui bordi di eccezionale bellezza.
Questi generi di applicazioni sono tuttavia molto difficili da ottenere al massimo del loro risultato e sono molto onerosi in termini di tempi di lavorazione. Forse è stato per queste ragioni che nel momento in cui gli stili decorativi iniziarono a propendere per delle soluzioni figurative, anche lo stile della Pavona conobbe accanto alla decorazione interpretata geometricamente, altre decorazioni che prevedevano una figura stilizzata a occupare, quasi sempre, il centro dell’oggetto. Quella riportata sulla mattonella, è una stilizzazione in blu di un pavone con un aspetto estremamente nobile e anche vagamente aggressivo. Ma non si tratta di un’iperbole dell’animale, perché nelle scale dei valori dei tempi antichi, tra gli uccelli terricoli, il pavone maschio occupava uno dei gradini più alti.
La Palmetta Persiana è uno degli stili decorativi più antichi provenuti dall’Oriente, insieme ai màndala e alle tessiture che riportavano degli acanti.
Quella dipinta sulla mattonella, salvo il colore viola volutamente scelto, è la forma-base elementare, ossia la stilizzazione della sommità dell’albero di palma con le sue grandi e inconfondibili foglie disposte a raggiera, ordinate su una schema ternario e geometrico.
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Poi questo stile conta anche qualche altra soluzione ma tutte queste conoscono l’elemento della foglia con una mezzaluna in bianco (o comunque com un colore chiaro di contrasto) al suo interno e altre foglie verdi a creare ornamenti riempitivi. Di solito il colore dominante è il blu.
Lo stile del Ricco Deruta può avere almeno due varianti capaci di cambiare radicalmente il suo aspetto. Uno di questi consiste nell’adottare integralmente lo schema cromatico del Raffaellesco con il giallo-ocra dominante e le punte
dei fogliami in verde.
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Il blu, con la sua sfumatura chiara, va usato separatamente dagli altri colori, anche se differenza del Raffaellesco, che ha parti del decoro strettamente dedicate a questo colore, si mantiene la regola dell’uso a intervallo con il giallo in rapporto di circa un terzo delle foglie totali, mentre il rosso è usato per alcuni punti specifici, quasi sempre petali e boccioli Infine l’aspetto complessivo di questa mattonella dipende dal modo con cui seleziono e uso i pennelli da contorno, alcuni molto sottili e dal tratto netto, altri più grossi e sfuggenti. In questo caso mi capitò tra le dita un pennello del secondo tipo che ha conferito una aspetto diverso dal solito artificioso e consolidato nel tempo come livello d’eccellenza esecutiva, per portarlo vicino a esempi di decorazione meno accurate ma, nonostante questo, gradevole perché espone con maggiore schiettezza l’impronta della mano che ha guidato la pittura.
Per le tazzine da caffè ho a disposizione diverse soluzioni, una di queste è la forma a tamburello della tazzina, che se non fosse per il manico troppo grande, sarebbe un bicchiere in miniatura.
La decorazione è lo stile Raffaellesco nel suo aspetto fisso e definito con bordatura gialla e verde, ma invito a guardare il video per apprezzare meglio il gioco che si crea con la forma che ho dato alla grottesca nel piattino: con la tazzina al centro la figura gira quasi completamene intorno alla tazzina, proprio perché tanto il corpo quanto la cosa allunga si snodano in linee serpentine fino a potersi chiudere in un circolo, ma ho fermato l’evoluzione ponendo, come da regola, la ghirlanda del festone.
Costo: 35.00€€, con spedizione: 50.00€ La ciotola con diametro di 18 centimetri mostrata nella foto e nel video mi permette di scrivere qualcosa in merito alla stilistica applicata all’arte decorativa.
In questo ambito uno “stile” è molto più fluido e malleabile che altrove, sono fissi solo alcuni aspetti che hanno valore di regole formali, le quali vanno applicate di conseguenza al materiale scelto (cioè l’oggetto fisico da decorare e il soggetto pittorico da adattare in conformità alle regole se possibile, altrimenti va scartato.
Il Ricco Deruta ha le seguenti regole: 1) l’elemento fondamentale è la foglia d’acanto stilizzata che deve dominare numericamente e nell’appariscenza su tutti gli altri elementi che potrebbero essere inseriti; 2) i fogliami devono avere un punto in cui sono raggruppati al centro dell’oggetto per poi evolversi allungati verso le estremità; 3) lo schema dei colori quasi sempre fisso nei suoi alternamenti; 4) la finitura su fondo bianco i blu (i riccioli o riccetti).
Rispettando queste quattro regole formali è possibile utilizzare un qualsiasi motivo a fogliami o geometrico per dipingere una versione, anche unica e personale, dello stile Ricco Deruta, fatto salvo che deve essere armonico e coerente con la forma e la dimensione dell’oggetto. Il caso della ccotola qui presente, per l’appunto, vede tutte le estremità del disegno arrestarsi alla stessa altezza, segnato dal bordo interno in giallo: dove il decoro di base non riesce a raggiungere l’altezza designata, come sopra al fiore con i petali arancio, con i due boccioli che poi si incurvano verso l’interno in un mezzo girale con quelle due stilizzazioni terminali che nel linguaggio stilistico rappresenterebbero dei papaveri. Altri due girali sono invece realizzati completamente in basso, sulla “pancia” dell’oggetto; anche se questa è la soluzione più classica e canonica, non deve essere considerata l’unica possibile; anzi proprio perquesto alla prima occasione proporrò qualcosa in sua sostituzione.
Una zuccheriera tra le molteplici di questa fattura realizzate nel corso degli anni in ogni decoro di mia conoscenza. E’ in terra bianca, creata a stampaggio, è molto graziosa nella forma a botte con i manici che emergono sulla parete in un pezzo unico, ricordando degli orcetti.
Importanti sono anche i due anelli in rilievo, uno è inferiore e uno segna, con un’incisione, il bordo superiore. Così il bordo può allargarsi in modo che il coperchio possa cadere in un alloggio nella cavità scavato per esso, che offre un appoggio anti-caduta.
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Sul decoro in stile Raffaellesco non ho molto da aggiungere di nuovo, se non segnalare la vividezza degli smalti, grazie al supporto, e quelle tre filettature dal tono particolare, ottenuto da un leggero verde pavone che sulla terra bianca, così miscelato, sfuma verso il turchese e quasi celeste – dettaglio che forse valorizza definitivamente il piccolo oggetto. Costo in bottega: 18.00€, spedita 28.00 €
Questa tazza da colazione apre un nuovo capitolo o una nuova sezione nel mio catalogo stilistico, perché presenta uno stile tradizionale delle ceramiche di Deruta che finora non avevo mai dipinto.
Fonti dirette, cioè delle persone che lavorano a Deruta nel settore lo chiamano «Gubbio» e attualmente il motivo mi sfugge. Intanto alcune note personali che sono per lo più delle impressioni: questo decoro ha una certa affinità con l’Arabesco, in particolare nella disposizione degli elementi ornamentali più ricorrenti, rappresentati da foglie raggruppate tre a tre; ma oltre questo, nel caso che la sensazione colga la verità, cambia completamente: è uno stile fortemente policromo e a soggetto totalmente vegetale, con un grado di realismo superiore, sebbene non di molto.
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Oltre alle triadi delle foglioline, gli altri elementi essenziali e caratterizzanti sono delle infiorescenze dalle più varie forme a cui spetta il compito di dare forza e risalto ai colori usando tutti quelli vivaci presenti nella tavolozza degli smalti per la ceramica.
Ci sarebbero poi molte altre cose da descrivere, per esempio i rametti intrecciati e la minuziosa rifinitura, ma destino questo per i prossimi pezzi realizzati insieme a questa tazza. L’unica cosa che voglio sottolineare in questo esordio e è che il «Gubbio» pare esser stato accantonato del tutto dalla produzione contemporanea delle ceramiche di Deruta e, forse, ne ho capito il motivo: si tratta di uno degli stili più laboriosi in termini di tempo e faticosi in quelli di impegno che ho mai incontrato. Per questo la tazza da colazione è messa in vendita a 20.00€, 35.00€ con spedizione.
