Piccola urna con decoro “Gubbio”

Altezza 26cm. con coperchio, prezzo: 35,00€; con spedizione: 45,00€.

«Urna» è termine usato per qualsiasi contenitore dotato di coperchio il cui corpo ha una forma lavorata, quasi sempre bombata, come quella in oggetto. Che oggi la parola venga usata solo per gli oggetti a uso funerario  è solo un’evoluzione (o involuzione) del nostro vocabolario: in passato le urne erano considerate contenitori eleganti destinati ad accogliere ogni genere di materiale, sempre come questa in mostra.

L’ho dipinta cercando di valorizzarla con decoro del “Gubbio” basandolo su due infiorescenze maggiori posizionate polarmente sulla circonferenza esterna (cioè alla distanza di 180 gradi). Ho aggiunto altre infiorescenze minori di due gradi decrescenti (le palline colorate sono quelle più piccole), tutte dipinte con colori sfumati e sovrapposti dai torni molto chiari, in modo da porsi in forte contrasto con le foglie, i racemi e le finiture in nero.

Il decoro nel suo complesso ha la forma di una fascia avvolgente il corpo maggiore dell’oggetto, trovando i limiti nei punti in cui la curvatura rientra per ridursi alla circonferenza dell’asse cilindrico che (seppure solo per astrazione) forma la struttura di base dell’oggetto.

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Come da regola stilistica tra la fine della decorazione e la bordatura in arancio (qui più ocra-dorato per cambiare un poco) è stato lasciato tutto completamente intonso e in bianco. Il risalto dello smalto bianco rispetto a variopinto groviglio del decoro è proprio una delle caratteristiche che esalta lo stile ed è da ricercare in ogni pezzo. 

Ganci 9,5cm Raffaellesco e “Gubbio”

Prezzo 15,00 euro l’uno, spedizioni a partire da 10,00 euro, disponibili anche su ordinazione

Due ganci realizzati da poco con caratteristiche diverse tra loro e nuove in generale.


Per il classico Raffaellesco ho approntato un nuovo piccolo disegno, nel quale ho escluso la zampa anteriore blu, che viene posta sotto il ventre della grottesca. Ne risulta una forma pur sempre molto graziosa che somiglia a una paperella natante. In aggiunta l’arancio usato (tonalità “Castelli”), sovrapposto e sfumato sul giallo uovo, assume una brillantezza estremamente squillante, che dà una nuova luce allo stile stesso.

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Sempre lo stesso arancio, però pennellato puro, è uno dei tratti caratterizzanti del secondo gancio, dipinto con lo stile del “Gubbio” e l’arancio che copre interamente il bordo dell’oggetto, circondando un’infiorescenza a boccio multicolore, attorniata dagli elementi secondari dello stile secondo la versione tondeggiante.

Teiera in stile «Gubbio»

Prezzo: 120,00€; con spedizione: 130,00€

Dopo aver mostrato l’applicazione (in divenire) del vecchio decoro detto »Gubbio» su un barattolo da cucina (vedi l’articolo immediatamente precedente), sullo scaffale accanto a esso è esposta una teiera che ho decorato nello stesso stile, ma con scelte differenti.

La teiera è completamente realizzata a mano con estrema cura in ogni suo componente: non si tratta di un articolo semplice da realizzare, perché gli elementi del manico e del beccuccio devono essere creati a parte e saldati al corpo principale dell’oggetto quando la terra è ancora fresca, e questi elementi “secondari” sono molto in realtà essenziali, perché il manico deve essere robusto e fissato saldamente al corpo, altrimenti la teiera sarebbe inutilizzabile, lo stesso vale per il beccuccio in cui tè deve scorrere limpido e senza ostruzioni di sorta.

La decorazione in questo caso è molto più compatta che in altri oggetti: una mia scelta dettata dal fatto che osservando su esemplari molto datati ha mostrato come il «Gubbio» sia spesso giocato proporti tra parti rigogliose di elementi decorativi riccamente colorati e parti (per lo più esterne) lasciate completamente bianche. In questo caso ho privilegiato il becco e parte del manico.

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In seguito, oltre alle numerose inflorescenze multicolori, che segnano i tratti essenziali del decoro, su questa teiera ho adottato la versione delle foglie allungate e appuntite invece di quella – alternativa – in cui sono tondeggianti; ma ho continuato a usare le forme tonde per gli altri elementi di riempimento che hanno altri colori. Le triadi delle foglie, che coprono quasi tutto lo spazio di collegamento tra un fiore e l’altro, sono in verde pavone e verde oliva in rapporto 2 a 1.

Per realizzare la contornatura, le legature e i dettagli di finitura, ho scelto di nuovo un marrone molto scuro usando un pennello davvero morbido che sono riuscito a far girare con molta facilità.L’effetto finale è chiaramente visibile: un decoro molto “tenero” alla vista, con colori bener armonizzati nelle loro tonalità, i quali riescono a ottenere quel compromesso tra l’eleganza e la vivacità che volevo dare a quest’oggetto di forma classica.

Barattolo in stile “Gubbio”

Dimensioni: 16×12 cm.; prezzo:30,00€; con spedizione: 40,00€

Torno a mettere in vendita un nuovo pezzo in questo stile molto particolare chiamato “Gubbio” che ho iniziato a dipingere dall’anno scorso (2022), dopo aver ritrovato alcuni pezzi di maiolica derutese dell’ultimo secolo che lo rappresentavano.


Attualmente si può dire che questo stile sia letteralmente scomparso dal panorama della ceramica umbra, per due ragioni non entusiasmanti da sottolineare. La prima è la scarsa propensione di artisti e ceramisti della zona di studiare e fare ricerca, di allargare il loro repertorio stilistico recuperando motivi e soggetti che oltre a essere esclusivi e caratterizzanti la tradizione regionale, ampliano notevolmente il panorama arrivando a costituire un vero e proprio “mondo della ceramica” dotato di grandissima varietà, a tutto vantaggio del prestigio e del successo sul mercato. In secondo luogo la realizzazione di questo stile, passando dalla teoria alla pratica, è una delle più impegnative in termine di precisione che di dispendio in termini di ore per portarlo a termine – per via del gran numero di colori e di quello dei dettagli, nonché dal particolare metodo di lavorazione necessario.


Venendo all’oggetto messo in vendita, va precisato che questo è uno dei pezzi che ho realizzato durante il periodo di apprendimento: riuscire a padroneggiare uno stile decorativo affinché i risultati soddisfino gli standard di qualità dei precedenti storici, è una questione che può impegnare per mesi, se non anni, in cui bisogna esercitarsi quotidianamente per riuscire ad applicare in modo efficace tutte le regole tecniche che ciascuno stile porta al suo interno e ne determinano l’effetto finale. Queste regole formali e tutti gli altri principi estetici, fra l’altro e in mancanza di un vero e proprio mentore che sia in grado di guidare passo dopo passo, con la sua presenza e il suo intervento diretto, possono essere risaliti solo attraverso uno scrupoloso studio storico e filologico in cui il motivo va scomposto nei suoi tratti elementari per capire come ricostruirlo.

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Durante lo studio dei reperti, uno degli elementi fonte di maggiori dubbi e indecisioni è stata la scelta del colore usato per legare tutte le componenti, con tralci e ramoscelli sottili e annodati che vanno a unire i fiori e i gruppi delle foglie. Lo stesso colore era stato usato anche per i contorni di tutte le unità e per riempire il decoro con la finitura a riccioli e puntini


Poiché gli originali erano pezzi molto datati e dipinti con smalti molto diversi dagli attuali, non è stato sempre possibile stabilire se il pittore degli originali avesse usato un nero, un grigio o un marrone particolarmente scuro, perché all’esame oggettivo la tonalità non appariva mai così precisa.
Perciò quando mi sono accinto a fare i primi pezzi, ho variato la scelta del colore, destinando che fosse il risultato finale a stabilire quale dovesse essere, tra i diversi, lo smalto da privilegiare.
La scelta di un marrone, reso più scuro con l’aggiunta di modesta parte di bruno manganese, è stata abbastanza soddisfacente per questo tentativo. Le uniche pecche sono da addebitarsi alla scelta del pennello, molto sottile ma anche molto lungo, che in certi passaggi ha reso meno definito il tratto e non ha sempre permesso di dosare al meglio il colore; così a volte appare troppo chiaro o il tratto è troppo sottile, fino a lasciare dei vuoti tra un elemento e l’altro che non sono stati riempiti doverosamente dalle rifiniture.

Piatto merlato decoro Gubbio

Diametro 25,00cm; prezzo 50,00€; con spedizione 60,00€

Lo stile decorativo Gubbio (o Eugubino) è stata una recente aggiunta alla mia produzione, nata dallo studio diretto di alcuni reperti di maiolica realizzata a Deruta nel secolo scorso. Attualmente è davvero molto raro trovare dei pezzi che riportano questo decoro, sia contemporanei che datati, il quale per ricchezza di colori e vivacità di toni sembra porsi nella corrente del gusto Liberty in voga a cavallo tra i secoli XIX e XX.


Si tratta di un decoro molto complesso da realizzare quanto da studiare poiché possiede un numero consistente di dettagli caratterizzanti e una larga possibilità di variazioni, Come si può osservare in foto o nel video, possiede due macro-elementi fondamentali: varie infiorescenze stilizzate dai più diversi colori sfumati e sovrapposti. Il secondo è il fogliame che segue l’intelaiatura del disegno andando a colmare lo spazio per creare un effetto di contrasto cromatico tra i colori vivaci e sgargianti dei fiori e i verdi delle foglie. Queste ultime hanno due caratteristiche: vanno raggruppati in grappoli di tre unità e devono essere colorate con due tipi diversi di verde (in rapporto 2 a 1). In questo caso ho usato il verde pavone come maggioritario e il verde ramina per secondo, mentre la forma delle foglie che ho scelto è tondeggiante così come appare in uno dei reperti che ho preso a modello.

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Proprio questa caratteristica delle foglie tonde lascia pensare che la maniera in cui si dipinge il Gubbio abbia subito in qualche modo l’influenza dello stile Arabesco, nel quale le foglie tonde sono essenziali per l’aspetto finale della decorazione e, in ultimo, gran parte dell’atto pratico della pittura comporta l’adozione delle stesse tecnica e manualità in entrambi gli stili, salvo il fatto che per l’Eugubino è tassativo delineare i contorni di tutti i singoli elementi (su questo piatto ho usato un marrone/bruno), mentre nella maggior parte dei casi l’Arabesco non vede gli elementi delineati o marcati con una contornatura netta.

Nuovo stile decorativo: «Gubbio» su tazza da colazione

Questa tazza da colazione apre un nuovo capitolo o una nuova sezione nel mio catalogo stilistico, perché presenta uno stile tradizionale delle ceramiche di Deruta che finora non avevo mai dipinto.

Fonti dirette, cioè delle persone che lavorano a Deruta nel settore lo chiamano «Gubbio» e attualmente il motivo mi sfugge. Intanto alcune note personali che sono per lo più delle impressioni: questo decoro ha una certa affinità con l’Arabesco, in particolare nella disposizione degli elementi ornamentali più ricorrenti, rappresentati da foglie raggruppate tre a tre; ma oltre questo, nel caso che la sensazione colga la verità, cambia completamente: è uno stile fortemente policromo e a soggetto totalmente vegetale, con un grado di realismo superiore, sebbene non di molto.

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Oltre alle triadi delle foglioline, gli altri elementi essenziali e caratterizzanti sono delle infiorescenze dalle più varie forme a cui spetta il compito di dare forza e risalto ai colori usando tutti quelli vivaci presenti nella tavolozza degli smalti per la ceramica.


Ci sarebbero poi molte altre cose da descrivere, per esempio i rametti intrecciati e la minuziosa rifinitura, ma destino questo per i prossimi pezzi realizzati insieme a questa tazza. L’unica cosa che voglio sottolineare in questo esordio e è che il «Gubbio» pare esser stato accantonato del tutto dalla produzione contemporanea delle ceramiche di Deruta e, forse, ne ho capito il motivo: si tratta di uno degli stili più laboriosi in termini di tempo e faticosi in quelli di impegno che ho mai incontrato.
Per questo la tazza da colazione è messa in vendita a 20.00€, 35.00€ con spedizione.

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