Diametro 13cm., prezzo 20,00€, con sedizione 30,00€.
Segue direttamente il posacenere in stile Ricco Deruta dell’articolo precedente, completamente identico per forma e dimensione ma in stile Arabesco. L’oggetto risulta tecnicamente perfetto e anzi con una resa ancora migliore grazie alla lievissima opacizzazione dello smalto bianco di fondo che riesce a far accostare questo portacenere, per aspetto, alla produzione delle ceramiche di Deruta del secolo scorso (approfondisco nel video la cosa).
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Il risultato è stato ottenuto attraverso la quantità di blu utilizzato. Infatti se andate a confrontare il decoro di questo posacenere con le foto di altri miei prodotti nel blog, si può notare come la decorazione sia molto più fitta e siano state omesse le stilizzazioni dei fiori (che altrove appaiono come delle rotelline con dei puntini di diversi colori a gruppi di tre), che qui avrebbero preso spazio e cambiato l’effetto finale – a dirla tutta avrebbero preso troppo spazio. L’effetto finale è stato garantito dall’apposizione della vetrina in fase di pre-cottura in una soluzione acquosa molto densa, che ha reagito bene con gli smalti durante la fusione.
Posacenere Ricco Deruta Diametro 13 cm; prezzo 20,00€; con spedizione 30,00. Oltre l’ovvia destinazione questo posacenere vale per impreziosire un qualsiasi angolo della casa o del suo esterno per dotarlo di un pizzico di comfort aggiuntivo.
La sua forma è assolutamente classica con tre scanalature incise poste a vertici di un triangolo equilatero inscritto nella circonferenza esterna. Il decoro chiede che sia posto l’accento sulla fusione dello smalto blu, così tanto diffusamente dominante (notare la bordatura pallida all’interno) da diffondere la sua luminescenza riflessa su tutto l’oggetto come se vi fosse un alone azzurrino sotto l’invetriatura, quando invece è solo illusione ottica.
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Questo è un effetto particolare che lo stile Ricco Deruta riesce a conferire a certi tipi di oggetti (meglio se a forma concava) quando è eseguito alla perfezione in ogni parte della sua lavorazione.
C’è in questo blog un articolo di diverse settimane orsono nel quale è in vendita una zuccheriera identica a questa per forma, dimensioni e stile decorativo. Non è un caso eccezionale: sono molto affezionato a questo tipo di zuccheriera e lo stile Raffaellesco è sempre il primo da me dipinto su qualsiasi pezzo.
Con la presente vendita, oltre a poter offrire un assortimento di pezzi dipinti in serie (questo sì, invece, è un caso raro nella mia bottega) mostro quale effetto si ottiene andando a decorare in sottocristallina: le immagini di foto e video sono già molto esplicite, si dovrebbe però aggiungere il tatto per comprendere in pieno cosa sia una pittura sottocristallina. Il concetto è incredibilmente semplice: si tratta di dipingere oggetti creati con la terra bianca senza passare per la smaltatura, ossia direttamente sul biscotto. Seppure l’idea è facilissima da comprendere, all’atto pratico cambia praticamente tutto durante la pittura, anche se non è questa la sede per parlare approfonditamente. Una volta ultimata la fase della decorazione abbiamo un oggetto di terracotta su cui si è dipinto con i normali smalti che deve essere immerso in una soluzione di acqua e cristallina pura molto densa.
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L’operazione non mette a rischio il lavoro di decorazione, perché gli smalti sono penetrati in profondità nelle porosità della terracotta; la cristallina, una volta che l’oggetto si è asciugato, per lo più assorbendo l’acqua, diventa una patina opaca che nasconde momentaneamente i colori e raggiunge ogni angolo dell’oggetto, anche il più difficile.
Durante la fusione nella fornace la cristallina vetrifica, così l’oggetto diventa, come sempre, completamente avvolto da uno strato vitreo che conferisce tutte le qualità estetiche e fisiche alla ceramica, ma data l’assenza della smaltatura bianca, l’oggetto è più sottile nei suoi spessori, come sempre i colori sono più brillanti ma, soprattutto, c’è quella particolare lucentezza conferita dalle micro-irregolarità delle superfici, quasi perfettamente lisce al tatto, che possono essere viste nel video ma ancora meglio dal vivo.
Per questa ciotola rimando immediatamente al video in cui la muovo in ogni angolazione in modo da mostrare le sue speciali caratteristiche frutto della sua foggiatura completamente a mano.
Di rilievo è la particolare convessità tra fondo e parete che la dota di una capienza importante, che dà all’oggetto anche utilità pratica; seconda è la sottigliezza dell’oggetto nel suo complesso, fino al bordo, che non ne pregiudica la solidità e ne esalta il suo effetto estetico oltre a essere molto comoda, perché ha una prensilità migliore di molte altre della sua stessa dimensione.
La decorazione riporta il motivo degli uccellini sul ramo, che dipingo da anni e pare essere uno stile realizzato solo da me, in una versione molto classica nella combinazione dei colori. Gli smalti hanno avuto una fusione davvero eccellente, ma l’effetto in rilievo degli intagli operati sulle foglie e su altri elementi del decoro, restano piacevolmente sensibili al tatto, enfatizzando, in ultimo, il piacere di possedere un oggetto realizzato completamente a mano che dà prova della sua natura sotto ogni rispetto.
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Lato: 15 cm.; prezzo: 20.00€, con spedizione 30.00€
La decorazione di questa mattonella presenta la versione dell’Arabesco mosso dall’aggiunta di colori secondari al blu dominante – anche il nero che traccia gli uccellini e segna le connessioni tra gli elementi oltre a riempire con i riccetti gli ultimi spazi vuoti va considerato come secondario.
Gli uccellini vanno segnalati: ho adottato due figure più plastiche del solito, con entrambe le ali spiegate e il capo rivolto verso l’alto come se fossero in volo o pronti a spiccarlo da un ramo.
I due riempiono lo spazio incidendo in modo determinante sul disegno complessivo: se osservato con una certo grado d’attenzione, si nota perfettamente che all’interno della mattonella quadrata c’è un triangolo pressoché equilatero con il vertice proprio sopra le teste delle due figure e gli spazi ai lati del vertice superiore sono una volta ancora suddivisi triangolarmente, come faccio notare nel video.
In questo caso la mattonella rappresenta una dimostrazione di come alcuni principi della geometria vengono applicati anche in quegli stili che a prima vista appaiono quasi del tutto informi nei rispetti di tali principi.
Special price: 15.00€, con spedizione: 25,00€ il mio è un gesto anticonformista: metto in vendita un lavoro che non ha raggiunto il livello adeguato, ma per me ha un senso profondo: è la dimostrazione reale di cosa significa applicarsi alla conoscenza e all’esecuzione degli stili tradizionali della maiolica.
La Rosa è un pregevole motivo della tradizione di Deruta del secolo scorso che conosce diverse soluzioni, che dipendono dal grado di precisione e dettaglio: si va da una decorazione basata su colori tenui e sfumati come fondo del disegno, perché poi sia rifinito da tratti sottili di pennello dai colori scuri, fino a una costruzione molto accurata e minuziosa.
La Rosa può essere dipinta solitaria, con soltanto dei fogliami a farle da corteo, oppure messa in posizione privilegiata in un bouquet di fiori diversi; fatto sta che resta sempre la rosa l’elemento determinante, ed essa va creata sempre con una chiara rotondità, bombata, chiusa in un boccio o più aperta come il fiore maturo; comunque sia, deve presentare chiaramente la sovrapposizione dei tanti petali caratteristici che ruotano intorno all’esse centrare.
Inoltre vanno sempre posti alla base altri petali o delle foglie con una grande apertura, così come è osservabile in natura. Un esito felice di tutto questo si ottiene con un attento lavoro di sfumature di rosso, in alternativa con la sovrapposizione dei rosa e dei rossi ultimanti dalla rifinitura che delinea definitivamente l’oggetto ornamentale: è quello in cui non sono riuscito alla perfezione sulla mattonella mostrata quando, davvero ironico!, tutta la restante ornamentazione ha avuto un più che degno risultato,
Prezzo: 20,00€, con spedizione 30,00€ Intorno alla metà del XV secolo in Italia e in Europa le conoscenze dei “vasai” furono sviluppate a sufficienza per ottenere uno dei primi salti di qualità nella storia della maiolica sul continente: si riuscì a superare lo stato di pura imitazione dei prodotti realizzati nei paesi di religione islamica (tra cui la Spagna del tempo).
Vi fu un sostanziale e sensibile miglioramento nella qualità della pittura (ma accadde anche in Oriente) e lo sviluppo di forme stilistiche e di soggetti basati sulla cultura e nell’arte più propriamente europee, così come avvenne durante il XIII secolo nella grande pittura, quando andò distaccandosi dagli influssi greco-bizantini.
Tra gli stili che apparvero, quello della Pavona è ancora oggi uno dei più meritori di citazione e di riproposizione.
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Nonostante l’animale stesso abbia avuto origine nei territori dell’Asia (per la precisione in India), lo stile della Pavona che venne formalizzato in Italia ha caratteristiche esclusive che altrove non si sono ritrovate. L’elemento fondamentale di partenza, la piuma della coda o l’«occhio della penna del pavone», già estremamente denso di simbologie attribuite a essa nelle epoche antiche, acquisisce una forma precisa e diviene assolutamente fluida alla percezione: può passare dall’essere piuma a fogliame a figura geometrica, elegante e sinuosa, dotata di simmetria interna, naturalmente predisposta per creare costruzioni d’insieme accostando i singoli elementi o incastrandoli. Con una scelta di colori adeguatamente combinati, di solito con il blu o il giallo in posizione dominante, si possono creare giochi illusori oppure delle lavorazioni sui bordi di eccezionale bellezza.
Questi generi di applicazioni sono tuttavia molto difficili da ottenere al massimo del loro risultato e sono molto onerosi in termini di tempi di lavorazione. Forse è stato per queste ragioni che nel momento in cui gli stili decorativi iniziarono a propendere per delle soluzioni figurative, anche lo stile della Pavona conobbe accanto alla decorazione interpretata geometricamente, altre decorazioni che prevedevano una figura stilizzata a occupare, quasi sempre, il centro dell’oggetto. Quella riportata sulla mattonella, è una stilizzazione in blu di un pavone con un aspetto estremamente nobile e anche vagamente aggressivo. Ma non si tratta di un’iperbole dell’animale, perché nelle scale dei valori dei tempi antichi, tra gli uccelli terricoli, il pavone maschio occupava uno dei gradini più alti.
La Palmetta Persiana è uno degli stili decorativi più antichi provenuti dall’Oriente, insieme ai màndala e alle tessiture che riportavano degli acanti.
Quella dipinta sulla mattonella, salvo il colore viola volutamente scelto, è la forma-base elementare, ossia la stilizzazione della sommità dell’albero di palma con le sue grandi e inconfondibili foglie disposte a raggiera, ordinate su una schema ternario e geometrico.
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Poi questo stile conta anche qualche altra soluzione ma tutte queste conoscono l’elemento della foglia con una mezzaluna in bianco (o comunque com un colore chiaro di contrasto) al suo interno e altre foglie verdi a creare ornamenti riempitivi. Di solito il colore dominante è il blu.
Lo stile del Ricco Deruta può avere almeno due varianti capaci di cambiare radicalmente il suo aspetto. Uno di questi consiste nell’adottare integralmente lo schema cromatico del Raffaellesco con il giallo-ocra dominante e le punte
dei fogliami in verde.
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Il blu, con la sua sfumatura chiara, va usato separatamente dagli altri colori, anche se differenza del Raffaellesco, che ha parti del decoro strettamente dedicate a questo colore, si mantiene la regola dell’uso a intervallo con il giallo in rapporto di circa un terzo delle foglie totali, mentre il rosso è usato per alcuni punti specifici, quasi sempre petali e boccioli Infine l’aspetto complessivo di questa mattonella dipende dal modo con cui seleziono e uso i pennelli da contorno, alcuni molto sottili e dal tratto netto, altri più grossi e sfuggenti. In questo caso mi capitò tra le dita un pennello del secondo tipo che ha conferito una aspetto diverso dal solito artificioso e consolidato nel tempo come livello d’eccellenza esecutiva, per portarlo vicino a esempi di decorazione meno accurate ma, nonostante questo, gradevole perché espone con maggiore schiettezza l’impronta della mano che ha guidato la pittura.
Per le tazzine da caffè ho a disposizione diverse soluzioni, una di queste è la forma a tamburello della tazzina, che se non fosse per il manico troppo grande, sarebbe un bicchiere in miniatura.
La decorazione è lo stile Raffaellesco nel suo aspetto fisso e definito con bordatura gialla e verde, ma invito a guardare il video per apprezzare meglio il gioco che si crea con la forma che ho dato alla grottesca nel piattino: con la tazzina al centro la figura gira quasi completamene intorno alla tazzina, proprio perché tanto il corpo quanto la cosa allunga si snodano in linee serpentine fino a potersi chiudere in un circolo, ma ho fermato l’evoluzione ponendo, come da regola, la ghirlanda del festone.
